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146 | 119 | |
1 st) Se la presentazione avesse un MVP allora sarebbe di sicuro assegnato a Shaquille O’Neal che si presenta mascherato come il corpo di ballo ed esibisce dei movimenti che non hanno nulla da invidiare al Micheal Jackson dei tempi migliori. Qualche problema in più lo fanno registrare i colleghi titolari del Diesel i quali faticano come non mai, complice un Howard deciso a stoppare tutto ciò che passa nel raggio del suo braccio, ad entrare in partita. Cosi’ mentre Amare (sempre più insistenti le voci sul suo addio a Phoenix), Bryant e Duncan segnano 10 punti gli avversari ne concretizzano il doppio. Autori della cavalcata iniziale della formazione ospite sono James (si lancia in versione slalom gigante facendo lo “zig zag” fra Yao, Duncan e Amare), Howard (trasforma di pura prepotenza un assists di Wade in una bimane pazzesca), Iverson e soprattutto l’uomo franchigia degli Heat Wade (colpisce da ogni lato del campo a piacere). Sotto di 10 punti, 20-10, Phil Jackson chiama il primo time-out a 6 minuti esatti dalla sirena. Al rientro dalla pausa i tifosi dei Lakers vedono in azione un assetto che già conoscono molto bene: O’Neal-Bryant. Il duo, in grado di vincere tre titoli ad inizio millennio (00-02), non perde tempo ad innescarsi con 9 punti del break 11-0 (gli altri due sono di Amare) che costringe Coach Brown alla pausa perche’ in un amen il suo +10 e diventato -1: 21-20, -3.14. Tony Parker, deciso a riscattarsi dalla brutta figura fatta al PlayStation Skill Challenge di ieri, serve O’Neal per una schiacciata in versione “Shaq Attack”. Big Aristotele segna e ringrazia nell’azione seguente acchiappando i rimbalzo e sforando un passaggio baseball in versione “no look” proprio per Parker il quale puo’ infilare il +7, 27-20, senza problemi.Negli ultimi 120 secondi Lewis e Pierce riescono ad arginare la fuga (19-0) degli avversari dimezzando il proprio divario. L’ultimo canestro del quarto, pero’, e’ griffato Pau Gasol e stabilisce il punteggio finale di 34-27, +7 West. 2 nd) Il volume della radio proveniente dalla Western Conference parte subito alto con l’insolito trio Franco-Tedesco-Americano (Parker-Nowitzki-Roy) che in meno di due minuti (ri)stabilisce il massimo vantaggio visto sinora: 31-42, +9 West. Lo scorso giugno Allen e Pierce sono stati in grado di vincere il titolo e stanotte mostrano l’intesa acquisita riportando in partita il team della Eastern Conference grazie ai loro canestri. Granger, approfittando di un pallone rubato, veleggia in contropiede e schiaccia il -1: 45-46. A -6.29, dopo un viaggio in lunetta di Gasol, Garnett e Bryant fanno il loro rientro in campo andando ad unirsi ai rispettivi colleghi di team Pau e il duo Paul-Ray. Pero’ a salire di tono, rubando la scena ai finalisti dello scorso anno, e’ Mo Williams che connettendo tiri da ogni parte del campo a 4.10 dalla sirena pareggia sul 56-56. Chris Paul, pari ruolo di Mo nella Western Conference, regala un paio di donazioni non tassate a Roy e Bryant costringendo cosi’ Brown al time-out. Durante la pausa il trio dei Celtics (Allen-Garnett-Pierce) consegna una torta al grandissimo Bill Russell (11 titoli vinti) per il suo compleanno numero 75. Finito il momento di festa gli atleti tornano sul campo, ma la musica non cambia: Wade, Howard e James (quest’ultimo abbastanza “scarico” almeno nel primo tempo) continuano ad inseguire il team avversario. Tuttavia CP3, Roy e Duncan non cedono il passo e all’intervallo possono vantare 5 punti di margine: 72-67. 3 rd) Nell’intervallo c’e’ abbastanza tempo per un discorso del Presidente degli Stati Uniti Barak Obama, confezionato ad hoc per l’All Star Game, e per la consegna degli anelli ai giocatori che hanno preso parte all’avventura estiva con Team USA a Pechino. Parlando di Cina e’ proprio Yao Ming a segnare il primo canestro del secondo tempo (primi due punti per lui). Il prescelto, pero’, gli ruba subito la scena cambiando mano in volo e ottenendo un gioco 2+1. Un piazzato di KG dalla lunetta stabilisce il -6 East, 78-72, anche se a fare la differenza sono di nuovo i giocatori della Western Conference. Un Bryant in versione segugio (4 recuperi in tre quarti) unisce i suoi sforzi a quelli del Caraibico piu’ famoso del mondo e Chirs Paul andando a costruire un break di 12-2 che, a -7.26, significa +16 per i ragazzi in maglia bianca: 90-74. James, con una reverse dunk seguita da una tripla, e Wade provano a rientrare in partite nonostante Bryant si conferma una costante da oltre l’arco. Ray Allen, ricordiamo chiamato a sostituire Jameer Nelson, contribuisce alla causa abbassando le distanze a -11: 95-82. Con 5.53 ancora da giocare Phil Jackson vuole parlarci sopra e mescolare un po’ le carte come si vede dal quintetto schierato alla fine del time-out dove torna in azione il duo Bryant-O’Neal. A fare la differenza in questo frangente e’ proprio il padrone di casa Shaquille O’Neal. Il Diesel, oltre a servire con un assists volante CP3, vive un momento di grande spolvero. Infatti Shaq realizza un “uno-due” con CP3 dove recapita la palla a Paul con un passaggio schiacciato sotto le gambe di Howard, quindi riceve l’assists dal numero 3 degli Hornets e va a connettere una bimane stile quella che porto’ in vantaggio i Lakers in Gara 7 della Western Conference del 2000 contro Portland. Non ancora “soddisfatto” il Diesel sale di giri con un paio di schiacciate in uno contro uno che gli fruttano ben 11 dei 17 punti di break 17-9. Grazie a questo enorme parziale i ragazzi dell’Ovest a -33.6 vantano un margine di 21 punti: 110-89. L’ultimo canestro del quarto e’ targato Pierce, ma di non sicuro non impensierisce il West All-Star avanti di 19 punti al suono della sirena: 110-91. 4 th) Con un margine cosi ampio il quarto periodo regala molto azioni spettacolari, ma di sicuro poche emozioni. Nei primi 6 minuti, infatti, le forze si equivalgono ed infatti il divario resta praticamente immutato: 124-108, +16 East. Bryant con una serie di canestri legittima la sua candidatura ad mvp quindi lascia il testimone a CP3 che sforna assists per tutti i presenti a partire dal suo collega agl Hornets West, passando per Gasol e non dimenticandosi di Roy. Tony Parker inverte i ruoli e decide di mandare a canestro Paul con alley-oop derivante da un assists del francese dalla meta’ campo. Avanti di 24, 136-112, gli ultimi 120 secondi vedono Howard alla ricerca (mancata) del tiro da oltre l’arco e’ un James che chiede spazio per farsi un auto-assists alla McGrady e schiacciare a due mani di prepotenza. Il team East All-Star conclude con sei uomini in doppia cifra: Garnett (12 punti, 4 rimbalzi, 2 assists), James (20 punti, 5 rimbalzi, 3 assists), Howard (13 punti, 9 rimbalzi, 3 stoppate), Wade (18 punti, 5 assists), Williams (12 punti) e Pierce (18 punti, 4 rimbalzi). Il team West All-Star ne conta ben sette: Stoudemire (19 punti, 6 rimbalzi), Paul (14 punti, 14 assists, 3 recuperi), Parker (14 punti, 4 assits), Gasol (14 punti, 8 rimbalzi) e Roy (14 punti, 5 rimbalzi, 5 assists). Sono eletti co-MVP della manifestazione Kobe Bryant (27 punti, 4 rimbalzi, 4 assists, 4 recuperi) e Shaquille O’Neal (17 punti – 8/9 dal campo – 5 rimbalzi, 3 assists). Co-M.V.P.:
Kobe Bryant & Shaquille O’Neal
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