La biografia di



Joe Johnson
Biografia aggiornata a fine stagione 2007/08

Joe Marcus Johnson e' nato il 29/07/1981 a Little Rock nell'Arkansas. Cresciuto sotto i consigli della madre, che ancora oggi considera come un fra le persone piu' influenti della sua vita, e' entrato in contatto con "il mondo" del basket fin da piccolo attraverso lo schermo del suo televisore di casa... Il suo giocatore preferito era Magic Johnson: amava vedere i gesti della stella dei Lakers per poi andare a provarli sul campetto con gli amici. Questo lo porto' ad un interessamento sempre maggiormente verso il pallone a spicchi e quindi decise di iscriversi nella squadra di basket della sua High School (la Little Rock Central).

Qua' ebbe il primo approccio con il gioco di squadra, ma rispose molto bene alle novita': lavorando sodo, ascoltando i consigli del Coach ed imparando molto in fretta, si costrui' un'ottima reputazione a livello Statale e ci fu un discreto interessamento anche a livello Nazionale. Joe non aveva nessuna intenzione di lasciare la sua amata citta' di Little Rock (ancora oggi trascorre qua' buona parte del periodo estivo) quindi, scarto' tutte le altre offerte per accettare la borsa di studio offertagli dall'Universita' di Arkansas.

Durante la sua stagione da Freshman, 1999-00, sotto la guida di Coach Richardson divenne il leader assoluto dei Razorbacks: viaggio' ad una media di 16 punti (46.4% dal campo e 36.8% da oltre l'arco) ai quali aggiungeva 5.7 rimbalzi, 2.2. assists e 2 palle recuperate. Queste cifre lo proiettarono fra i migliori di sempre nella storia dell'Ateneo: nessun giocatore, al primo anno, aveva mai guidato la squadra per punti segnati e rimbalzi; mettendo a segno 30 punti in una partita, contro Mississipi, divento' il primo giocatore a riuscire in tale impresa dai tempi di Scotty Thurman (1994); complessivamente ando' in doppia cifra per 21 volte su 23 incontri disputati (la sua prima doppia-doppia fu contro Auburn: 22 punti e 10 rimbalzi) e per concludere eguaglio' l'impresa di Corliss Williamson (1994-95) nel guidare la squadra per punti segnati e rimbalzi (va ricordato pero' che, quando Williamson mise a segno questo record, non era al primo anno di College)...

Il successo di Joe fu riconosciuto anche a livello di Conference dove fu uno dei soli due giocatori di tutta la SEC (South Eastern Conference) ad apparire nei migliori 10 in almeno tre categorie (punti, tiri dal campo e tiri liberi). La stampa lo inseri' nel Secondo quintetto ideale della Sec e gli consegno' il premio di Miglior Giocatore al Primo anno; i Coach invece lo inserirono nel loro terzo quintetto ideale e lo nominarono CO-Freshman dell'anno. A livello nazionale fu inserito nel secondo quintetto ideale composto dai Freshman di tutti gli Stati Uniti...

Nonostante diverse voci lo dessero come gia' pronto per il Draft, Johnson decise di restare ancora un anno ad Arkansas per continuare a fare esperienza e crescere come giocatore... Durante la partita di apertura dei Razorbakcs, Joe, mando' un chiaro "segnale" per dire che era tornato: segno' 27 punti (suo massimo stagionale per quanto riguarda l'annata da Sophomore) contro Tennesse State. Complessivamente la sua media punti scese a quota 14.2, ma aumentarono: la precisione nei tiri dal campo (46.8%), da oltre l'arco (44.3%), i rimbalzi (6.4) e gli assists (2.6). A livello di Ateneo chiuse come il migliore realizzatore, rimbalzista e tiratore da fuori, fini' al secondo posto per gli assists ed al quarto posto per palle rubate, percentuale dal campo e dalla lunetta... Fece registrare il suo Season-High in rimbalzi con 14 contro Tennesse (ai quali aggiunse 20 punti). Riconfermo' il suo successo anche a livello nazionale dove ottenne una menzione d'onore, per essere uno fra i migliori Sophomore del Paese, da parte di AP (la stampa nazionale)... Fu inserito nel secondo quintetto ideale della SEC da parte dei Coach e nel terzo da parte della Stampa.

Le sue "quotazioni", dopo due annate di questo livello, salirono di molto e quindi decise di rendersi eleggibile per il Draft del 2001. Fece diversi provini in giro per gli Stati Uniti ed alla fine fu scelto dai Celtics con la chiamata numero 10 assoluta. Per la prima volta, nella sua storia cestistica e non, Joe lasciava la sua amata citta' per entrare in una nuova avventura...

Lascio' tutti a bocca aperta quando, nella partita d'esordio, mise a segno 23 punti (con 9/12 dal campo) contro Milwaukee e continuo' a stupire nelle seguenti partite dove partiva titolare al fianco di Paul Pierce... Coach O'Brien, per qualche motivo ancora poco chiaro, a stagione in corso decise di utilizzarlo sempre di meno, fino ad arrivare al punto di toglierlo dal quintetto e farlo scivolare in fondo alla panchina. Ma i colpi di scena non finiscono qua': a poche ore dalla chiusura del mercato (il 20 Febbraio) la dirigenza dei Celtics decise di inserirlo nella Trade con Randy Brown, Milt Palacio ed una chiamata al Draft 2002 in cambio di Rodney Rogers e Tony Delk.

Per un giocatore al primo anno e' sicuramente poco piacevole essere scambiato, ma Boston, negli ultimi anni, e' diventata "tristemente" famosa per le trade sbagliate (leggete la storia di Billups per ulteriori chiarimenti)... Comunque Joe si ambiento' facilmente con i suoi nuovi compagni dei Suns e, in 29 partite disputate, fu titolare 27 volte chiudendo con 9.6 punti, 4.1 rimbalzi e 3.6 assists ottenuti in 31.5 minuti di utilizzo... A fine anno fu inserito nel secondo quintetto ideale dei Rookie.

Nella successiva stagione, 2002-03, fu uno dei due soli giocatori dei Suns, l'altro e' stato Amare Stoudemire, a scendere in campo per tutte le 82 partite (34 volte fu titolare) e concluse con: 9.8 punti, 3.2 rimbalzi, 2.6 assists. Attenzione pero', perche' negli ultimi sei incontri di stagione regolare chiuse lanciando un segnale davvero incoraggiante per il futuro: Joe Johnson fece registrare 20.7 punti (54.2% dal campo), 4 rimbalzi e 4.3 assists in 32.8 minuti di utilizzo...

Durante l'estate del 2003 la dirigenza di Phoenix decise di rinnovare il contratto a Stephon Marbury facendolo diventare un "pilastro" della franchigia con Stoudemire e Marion. Purtroppo, contro ogni previsione, furono sufficienti circa 2 mesi perche' questo trio si sciogliesse: un avvio di stagione difficile ed un monte salari elevato furono le cause che portarono Stephon Marbury e Penny Hardaway a New York. Con questa trade si libero' lo spot di guardia titolare (occupato da Hardaway) che fini' nelle "mani" di Johnson... Joe non deluse le aspettative e per il secondo anno consecutivo scese in campo 82 volte (77 volte fu titolare), i suoi minuti salirono a quota 40 e le sue cifre diedero ragione ai Suns (che avevano deciso di investire su si di lui): 16.7 punti (43% dal campo e 30% da oltre l'arco), 4.7 rimbalzi, 4.4 rimbalzi ed 1.13 palle recuperate a serata lo fecero diventare uno dei possibili candidati al trofeo di Giocatore piu' progredito.

Nell'estate del 2004 chiese un rinnovo contrattuale da 60 milioni di dollari ma la dirigenza arrivo' ad offrine al massimo 50. Non si raggiunse un accordo e quindi JJ si appresto' a giocare il 2004/05 sapendo che a fine annata sarebbe diventato free-agent (con restrizioni) Il suo contributo fu fondamentale per i Suns che trovarono in lui un giocatore ideale per le idee di Mike D'Antoni: parti' sempre titolare e dimostro' di sapere giocare in due ruoli, guardia e ala piccola, senza dare problemi di adattamento. Complessivamente concluse con 17.1 punti, 5.1 rimbalzi e 3.5 assists. Nei playoffs (18.8 punti, 4.3 rimbalzi e 3.3 assists) si diffuse l'idea generale che fosse il miglior difensore dei Suns quando, fuori per un infortunio, nessuno riusci' a trovare le contromisure per limitare Tony Parker.

Nel luglio del 2005, in memoria di quanto avvenne 12 mesi prima, Johnson non firmo' l'offerta proveniente dei Suns (da 60 milioni di dollari) ma piuttosto trovo' un accordo con gli Hawks per 70 milioni di dollari. La franchigia dell'Arizona avrebbe potuto trattenere il giocatore pareggiando l'ingaggio proposto da Atlanta ma cio' avrebbe riempito il salary cap (e con l'estensione di Amare Stoudemire in vista non era una cosa fattibile). Alla fine si organizzo' un sign and trad che porto' Joe in Georgia e, come contropartita, Boris Diaw e due future chiamate al draft (protette) a Phoenix. Nel suo primo anno in maglia Hawks (05/06) Johnson fu una delle poche note positive della stagione concludendo con 20.3 punti, 4.1 rimbalzi e 6.6 assists. Gli assists, suo carrer-high (almeno per ora), sono frutto della decisione di utilizzare JJ come playmaker.

L’anno seguente per la prima volta dal 2002/03 Johnson concluse la stagione senza disputare tutte le 82 partite prevista ma fermandosi a quota 57. Nella sfida contro gli Heat, avvenuta ad inizio Marzo, Joe, nonostante nel corso della partita avesse pesantemente urtato per due volte la gamba destra, rimase in campo per 48 minuti salvo il giorno dopo svegliarsi con un ematoma al polpaccio causa di forti dolori. Quella appena descritta fu  l’ultima partita della stagione 06/07 per Johnson il cui rendimento (25 punti, 4.4 assists, 4.2 rimbalzi, 1 recupero) si confermava una delle poche cose da ricordare (non per nulla convocato dai Coach al All Star Game) di Atlanta.

Vediamo come ha concluso il 2007/08:

Punti
Rimbalzi
Assists
21.7
4.7
5.8

Nei playoffs 2008:

Punti
Rimbalzi
Assists
20
3.9
4

Il 2007/08 per gli Hawks e’ un punto di svolta perche’ il team, dopo quasi 10 anni di assenza,  riesce a qualificarsi per i playoffs. Joe Johnson continua ad essere il motore della franchigia Bianco-Rossa anche se per centrare l’obiettivo playoffs i Falchi a meta’ stagione hanno acquistato Mike Bibby. L’integrazione di Joe con Bibby in squadra richiede un po’ di tempo ma poi, come anticipato, finalmente Atlanta riesce ad ottenere l’ottavo piazzamento della Eastern Conference vincendo la sfida con Pacers e Nets. Il vero miracolo di Joe e soci avviene nei playoffs quando considerati dall’opinione pubblica come la vittima sacrificale dei Celtics (team da oltre 60 vittorie) i Falchi sorprendono tutti non cedendo mai in casa e quindi forzando la serie a Gara 7.  A vincere sono i Celtics (4-3) tuttavia lo straordinario successo di Johnson e soci fa ben sperare per il futuro della franchigia con sede nella Capitale della Georgia.

Johnson ha lavorato per migliorare sia il tiro da fuori che quello dal campo, infatti uno dei suoi difetti piu' noti e' quello di perdere fiducia molto in fretta: se mette a segno i primi due o tre canestri, diventa (quasi) inarrestabile, ma se dopo un paio di tentativi continua a sbagliare, Joe, tende a sparire dalla partita e non crede piu' in se stesso... Tolto questo problema di "fiducia" in attacco (oggi quasi scomparso) e' davvero completo: grazie agli anni trascorsi ai College (dove era il terminale offensivo n. 1) sa' portare palla, tirare, attaccare il canestro in uno contro uno e sta sviluppando il "fiuto" per l'assist in modo da trovare maggiormente i compagni liberi. Per quanto riguarda la difesa, Johnson, non e' un ruba palloni come Iverson e nemmeno un difensore come Christie, ma si impegna e cerca sempre di rendere difficile la vita ai suoi avversari (da ricordare che puo' marcare sia le guardie che le ale piccole)...

Per scoprire la galleria fotografica di Joe cliccate sul link sottostante. Buona visione!  


Nba Stars: Joe Johnson